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Asta 028 del 18/03/2023

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  • Lot 136  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) 1. Studio di alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 13 x 11
    2. Appunto per paesaggio, matita su carta, firma: opera non firmata, misure: cm 12,5 x 12,5
    STIMA:
    min € 300 - max € 400
    Base Asta:
    € 100

  • Lot 137  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) 1. Alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10
    2. Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10
    STIMA:
    min € 300 - max € 400
    Base Asta:
    € 100

  • Lot 138  

    Pratella Ada

    Pratella Ada (Napoli 1903 - 1929) Autoritratto
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: cm 60 x 49
    osservazioni: l'opera risulta pubblicata a pagina 33 della monografia dell'autrice edita nel 1998 per la Galleria Giordani di Bologna a cura di Isabella Zaniboni
    STIMA:
    min € 5000 - max € 6000
    Base Asta:
    € 1500

  • Lot 139  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) La moglie con i figli
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 12 x 19
    STIMA:
    min € 4000 - max € 5000
    Base Asta:
    € 1500

  • Lot 140  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) Il Vesuvio
    olio su cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 15 x 18
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 350

  • Lot 141  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) Tramonto al Vomero vecchio
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 70 x 28
    osservazioni: a tergo antiche etichette di esposizioni

    Con la nascita del primogenito Fausto (che lo seguirà poi nella professione di artista) Attilio Pratella e la moglie Annunziata Belmonte decisero di trasferirsi sulla collina del Vomero. Quello che oggi l’abitante locale e di frequente il turista vivono come uno dei quartieri più prestigiosi della città, era al tempo una zona assai diversa, per lo più immersa nel verde: palazzine e villette dell’aristocrazia si andavano via via costruendo solo attorno alla piazza Vanvitelli, contrapponendosi al cosiddetto “Vomero vecchio”, ovvero l’Arenella, che conservò ancora per un po’ l’aspetto di vero e proprio luogo di villeggiatura, adorno magari giusto di qualche osteria. L’arrivo in via Luca Giordano di Pratella, che di fatto così raggiungeva il collega ed amico Giuseppe Casciaro (allora residente nei pressi di San Martino), va poi collocato all’interno di un più ampio fenomeno che vide costituirsi una sorta di colonia di artisti nell’area collinare, tutti intenti nella ricerca di un più spontaneo ed immersivo rapporto con la natura e col paesaggio, a differenza di coloro i quali rimanevano in città, radunati in caffè e birrerie quale il celebre Gambrinus: non va escluso che “i Vomeresi” (come presto furono appellati) volessero più o meno consapevolmente emulare quei gruppi di artisti di cui tante notizie arrivavano dalla Francia, barbisonniers ed impressionisti innanzitutto.
    Ciò che dunque si presentò sul Vomero alla vista di Pratella certo stimolò fortemente l’immaginazione del maestro, ed appunto da allora in poi si manifestò molta della sua migliore produzione, tutt’oggi assai ricercata dai collezionisti. Attilio infatti aveva ormai recepito la lezione che dai tempi dei posillipisti Giacinto Gigante aveva lasciato in eredità alla scuola napoletana, ovvero che l’essenza della pittura di paesaggio stava nell’interpretare la natura attraverso il proprio io intimo e lirico, rendendo così tangibile un substrato emotivo che andasse oltre la mera imitazione del vero: un’arte insomma “sentita”, che «si faceva più per istinto e poesia che per cultura e ragionamento» (Schettini 1954, p. 17), assai diversa cioè dalle ricerche dei più “freddi” pittori nordici. A questa fondamentale conquista estetica Pratella giunse guidato anche da altri indiscussi maestri della scuola napoletana: innanzitutto Edoardo Dalbono che, probabilmente quale migliore continuatore della poetica di Giagante, riuscì come è noto sempre a raffigurare il capoluogo partenopeo con feconda e mirabile capacità immaginifica, forse aprendo per primo gli occhi ad Attilio sulla natura profondamente ed autenticamente fantastica del paesaggio di Napoli e dintorni. L’altro modello è da ricercarsi invece nella produzione di Giuseppe De Nittis, che nel superamento della tradizionale dicotomia luce-ombra, ovvero nel trattamento di quest’ultima come luce di diversa specie, degrado del colore e non assenza di esso, era pervenuto in modo del tutto indipendente ai medesimi principii teorici dell’Impressionismo francese (ed infatti Pratella non sentì mai il bisogno di seguire questa corrente tanto di moda, ritrovando in Napoli ed i suoi pittori tutto ciò di cui necessitava per la propria arte!).
    L’opera proposta ci pare mostri influenze evidenti dei grandi artisti sopracitati: gli aranci ed i rosa tipicamente dalboniani saltano subito all’occhio, ad esempio, nonostante nello schema compositivo del dipinto essi vadano a delineare la linea dell’orizzonte, che così sembra quasi balzare in primo piano; ancora più lodevole, tuttavia, appare all’occhio esperto l’ampio ventaglio dei toni di grigio che, pure propri di Edoardo Dalbono (ed in parte di De Nittis), di quella pittura cioè vagamente opalescente che come la madreperla adornante le Sirene della celebre “Leggenda” restituiva un’immagine di Napoli vaporosa ed eterea, erano in realtà già parte integrante e peculiare della tavolozza di Attilio Pratella, che seppe sempre declinarli con una poetica malinconia che pare connaturata agli artisti settentrionali.
    Fra le molte opere del maestro bolognese in grado di suggerirci la stagione e talvolta l’orario (grosso modo, almeno) di esecuzione, che pure Pratella stesso spesso annotava, tanto che più critici hanno parlato di «pittura barometrica», la tela in asta sembra in conclusione non fare eccezione, immergendo coi suoi «cieli di un fulgore che a poco a poco degrada dietro una collina […] mentre un senso di pace si spande all’intorno» (Schettini 1954, p. 57) l’osservatore in un caldo pomeriggio estivo sulla collina del Vomero.
    STIMA:
    min € 8000 - max € 10000
    Base Asta:
    € 3000

  • Lot 142  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) Il Bernina visto da Chiesa
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato ed etichetta dell'autore
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 300

  • Lot 143  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) La Grigna vista dall'albergo Porta 1922
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato, datato ed etichetta dell'autore
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 300

  • Lot 144  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 33 x 43
    osservazioni: a tergo dedica dell'autore
    STIMA:
    min € 500 - max € 600
    Base Asta:
    € 200

  • Lot 145  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Tetti
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 50
    osservazioni: a tergo dedica della sorella dell'autore Eva Pratella
    STIMA:
    min € 400 - max € 500
    Base Asta:
    € 150

  • Lot 146  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Case rustiche al Vomero
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 45
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato
    STIMA:
    min € 400 - max € 500
    Base Asta:
    € 150

  • Lot 147  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Castel Volturno
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 48 x 48
    osservazioni: a tergo firmato, iscritto e dedica dell'autore
    STIMA:
    min € 300 - max € 400
    Base Asta:
    € 100

  • Lot 148  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Bosco
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 44 x 54
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato
    STIMA:
    min € 400 - max € 500
    Base Asta:
    € 150

  • Lot 149  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Funghi
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: 50 x 60
    osservazioni: a tergo firmato e iscritto
    STIMA:
    min € 500 - max € 600
    Base Asta:
    € 200

  • Lot 150  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Il Laceno in Irpinia
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 50 x 60
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 300

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  • Lotto 136  

    Pratella Attilio

    1. Studio di alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 13 x 11
    2. Appunto per paesaggio, matita su carta, firma: opera non firmata, misure: cm 12,5 x 12,5
    STIMA min € 300 - max € 400

    Lot 136  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) 1. Studio di alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 13 x 11
    2. Appunto per paesaggio, matita su carta, firma: opera non firmata, misure: cm 12,5 x 12,5


    0 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 137  

    Pratella Attilio

    1. Alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10
    2. Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10
    STIMA min € 300 - max € 400

    Lot 137  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) 1. Alberi a Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10
    2. Capri, matita su carta, firma: in basso a sinistra, misure: cm 14 x 10


    0 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 138  

    Pratella Ada

    Autoritratto
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: cm 60 x 49
    osservazioni: l'opera risulta pubblicata a pagina 33 della monografia dell'autrice edita nel 1998 per la Galleria Giordani di Bologna a cura di Isabella Zaniboni
    STIMA min € 5000 - max € 6000

    Lot 138  

    Pratella Ada

    Pratella Ada (Napoli 1903 - 1929) Autoritratto
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: cm 60 x 49
    osservazioni: l'opera risulta pubblicata a pagina 33 della monografia dell'autrice edita nel 1998 per la Galleria Giordani di Bologna a cura di Isabella Zaniboni


    0 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 139  

    Pratella Attilio

    La moglie con i figli
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 12 x 19
    STIMA min € 4000 - max € 5000

    Lot 139  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) La moglie con i figli
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 12 x 19


    8 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 140  

    Pratella Attilio

    Il Vesuvio
    olio su cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 15 x 18
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lot 140  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) Il Vesuvio
    olio su cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 15 x 18


    0 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 141  

    Pratella Attilio

    Tramonto al Vomero vecchio
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 70 x 28
    osservazioni: a tergo antiche etichette di esposizioni

    Con la nascita del primogenito Fausto (che lo seguirà poi nella professione di artista) Attilio Pratella e la moglie Annunziata Belmonte decisero di trasferirsi sulla collina del Vomero. Quello che oggi l’abitante locale e di frequente il turista vivono come uno dei quartieri più prestigiosi della città, era al tempo una zona assai diversa, per lo più immersa nel verde: palazzine e villette dell’aristocrazia si andavano via via costruendo solo attorno alla piazza Vanvitelli, contrapponendosi al cosiddetto “Vomero vecchio”, ovvero l’Arenella, che conservò ancora per un po’ l’aspetto di vero e proprio luogo di villeggiatura, adorno magari giusto di qualche osteria. L’arrivo in via Luca Giordano di Pratella, che di fatto così raggiungeva il collega ed amico Giuseppe Casciaro (allora residente nei pressi di San Martino), va poi collocato all’interno di un più ampio fenomeno che vide costituirsi una sorta di colonia di artisti nell’area collinare, tutti intenti nella ricerca di un più spontaneo ed immersivo rapporto con la natura e col paesaggio, a differenza di coloro i quali rimanevano in città, radunati in caffè e birrerie quale il celebre Gambrinus: non va escluso che “i Vomeresi” (come presto furono appellati) volessero più o meno consapevolmente emulare quei gruppi di artisti di cui tante notizie arrivavano dalla Francia, barbisonniers ed impressionisti innanzitutto.
    Ciò che dunque si presentò sul Vomero alla vista di Pratella certo stimolò fortemente l’immaginazione del maestro, ed appunto da allora in poi si manifestò molta della sua migliore produzione, tutt’oggi assai ricercata dai collezionisti. Attilio infatti aveva ormai recepito la lezione che dai tempi dei posillipisti Giacinto Gigante aveva lasciato in eredità alla scuola napoletana, ovvero che l’essenza della pittura di paesaggio stava nell’interpretare la natura attraverso il proprio io intimo e lirico, rendendo così tangibile un substrato emotivo che andasse oltre la mera imitazione del vero: un’arte insomma “sentita”, che «si faceva più per istinto e poesia che per cultura e ragionamento» (Schettini 1954, p. 17), assai diversa cioè dalle ricerche dei più “freddi” pittori nordici. A questa fondamentale conquista estetica Pratella giunse guidato anche da altri indiscussi maestri della scuola napoletana: innanzitutto Edoardo Dalbono che, probabilmente quale migliore continuatore della poetica di Giagante, riuscì come è noto sempre a raffigurare il capoluogo partenopeo con feconda e mirabile capacità immaginifica, forse aprendo per primo gli occhi ad Attilio sulla natura profondamente ed autenticamente fantastica del paesaggio di Napoli e dintorni. L’altro modello è da ricercarsi invece nella produzione di Giuseppe De Nittis, che nel superamento della tradizionale dicotomia luce-ombra, ovvero nel trattamento di quest’ultima come luce di diversa specie, degrado del colore e non assenza di esso, era pervenuto in modo del tutto indipendente ai medesimi principii teorici dell’Impressionismo francese (ed infatti Pratella non sentì mai il bisogno di seguire questa corrente tanto di moda, ritrovando in Napoli ed i suoi pittori tutto ciò di cui necessitava per la propria arte!).
    L’opera proposta ci pare mostri influenze evidenti dei grandi artisti sopracitati: gli aranci ed i rosa tipicamente dalboniani saltano subito all’occhio, ad esempio, nonostante nello schema compositivo del dipinto essi vadano a delineare la linea dell’orizzonte, che così sembra quasi balzare in primo piano; ancora più lodevole, tuttavia, appare all’occhio esperto l’ampio ventaglio dei toni di grigio che, pure propri di Edoardo Dalbono (ed in parte di De Nittis), di quella pittura cioè vagamente opalescente che come la madreperla adornante le Sirene della celebre “Leggenda” restituiva un’immagine di Napoli vaporosa ed eterea, erano in realtà già parte integrante e peculiare della tavolozza di Attilio Pratella, che seppe sempre declinarli con una poetica malinconia che pare connaturata agli artisti settentrionali.
    Fra le molte opere del maestro bolognese in grado di suggerirci la stagione e talvolta l’orario (grosso modo, almeno) di esecuzione, che pure Pratella stesso spesso annotava, tanto che più critici hanno parlato di «pittura barometrica», la tela in asta sembra in conclusione non fare eccezione, immergendo coi suoi «cieli di un fulgore che a poco a poco degrada dietro una collina […] mentre un senso di pace si spande all’intorno» (Schettini 1954, p. 57) l’osservatore in un caldo pomeriggio estivo sulla collina del Vomero.
    STIMA min € 8000 - max € 10000

    Lot 141  

    Pratella Attilio

    Pratella Attilio (Lugo di Romagna, RA 1856 - Napoli 1949) Tramonto al Vomero vecchio
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 70 x 28
    osservazioni: a tergo antiche etichette di esposizioni

    Con la nascita del primogenito Fausto (che lo seguirà poi nella professione di artista) Attilio Pratella e la moglie Annunziata Belmonte decisero di trasferirsi sulla collina del Vomero. Quello che oggi l’abitante locale e di frequente il turista vivono come uno dei quartieri più prestigiosi della città, era al tempo una zona assai diversa, per lo più immersa nel verde: palazzine e villette dell’aristocrazia si andavano via via costruendo solo attorno alla piazza Vanvitelli, contrapponendosi al cosiddetto “Vomero vecchio”, ovvero l’Arenella, che conservò ancora per un po’ l’aspetto di vero e proprio luogo di villeggiatura, adorno magari giusto di qualche osteria. L’arrivo in via Luca Giordano di Pratella, che di fatto così raggiungeva il collega ed amico Giuseppe Casciaro (allora residente nei pressi di San Martino), va poi collocato all’interno di un più ampio fenomeno che vide costituirsi una sorta di colonia di artisti nell’area collinare, tutti intenti nella ricerca di un più spontaneo ed immersivo rapporto con la natura e col paesaggio, a differenza di coloro i quali rimanevano in città, radunati in caffè e birrerie quale il celebre Gambrinus: non va escluso che “i Vomeresi” (come presto furono appellati) volessero più o meno consapevolmente emulare quei gruppi di artisti di cui tante notizie arrivavano dalla Francia, barbisonniers ed impressionisti innanzitutto.
    Ciò che dunque si presentò sul Vomero alla vista di Pratella certo stimolò fortemente l’immaginazione del maestro, ed appunto da allora in poi si manifestò molta della sua migliore produzione, tutt’oggi assai ricercata dai collezionisti. Attilio infatti aveva ormai recepito la lezione che dai tempi dei posillipisti Giacinto Gigante aveva lasciato in eredità alla scuola napoletana, ovvero che l’essenza della pittura di paesaggio stava nell’interpretare la natura attraverso il proprio io intimo e lirico, rendendo così tangibile un substrato emotivo che andasse oltre la mera imitazione del vero: un’arte insomma “sentita”, che «si faceva più per istinto e poesia che per cultura e ragionamento» (Schettini 1954, p. 17), assai diversa cioè dalle ricerche dei più “freddi” pittori nordici. A questa fondamentale conquista estetica Pratella giunse guidato anche da altri indiscussi maestri della scuola napoletana: innanzitutto Edoardo Dalbono che, probabilmente quale migliore continuatore della poetica di Giagante, riuscì come è noto sempre a raffigurare il capoluogo partenopeo con feconda e mirabile capacità immaginifica, forse aprendo per primo gli occhi ad Attilio sulla natura profondamente ed autenticamente fantastica del paesaggio di Napoli e dintorni. L’altro modello è da ricercarsi invece nella produzione di Giuseppe De Nittis, che nel superamento della tradizionale dicotomia luce-ombra, ovvero nel trattamento di quest’ultima come luce di diversa specie, degrado del colore e non assenza di esso, era pervenuto in modo del tutto indipendente ai medesimi principii teorici dell’Impressionismo francese (ed infatti Pratella non sentì mai il bisogno di seguire questa corrente tanto di moda, ritrovando in Napoli ed i suoi pittori tutto ciò di cui necessitava per la propria arte!).
    L’opera proposta ci pare mostri influenze evidenti dei grandi artisti sopracitati: gli aranci ed i rosa tipicamente dalboniani saltano subito all’occhio, ad esempio, nonostante nello schema compositivo del dipinto essi vadano a delineare la linea dell’orizzonte, che così sembra quasi balzare in primo piano; ancora più lodevole, tuttavia, appare all’occhio esperto l’ampio ventaglio dei toni di grigio che, pure propri di Edoardo Dalbono (ed in parte di De Nittis), di quella pittura cioè vagamente opalescente che come la madreperla adornante le Sirene della celebre “Leggenda” restituiva un’immagine di Napoli vaporosa ed eterea, erano in realtà già parte integrante e peculiare della tavolozza di Attilio Pratella, che seppe sempre declinarli con una poetica malinconia che pare connaturata agli artisti settentrionali.
    Fra le molte opere del maestro bolognese in grado di suggerirci la stagione e talvolta l’orario (grosso modo, almeno) di esecuzione, che pure Pratella stesso spesso annotava, tanto che più critici hanno parlato di «pittura barometrica», la tela in asta sembra in conclusione non fare eccezione, immergendo coi suoi «cieli di un fulgore che a poco a poco degrada dietro una collina […] mentre un senso di pace si spande all’intorno» (Schettini 1954, p. 57) l’osservatore in un caldo pomeriggio estivo sulla collina del Vomero.


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  • Lotto 142  

    Pratella Fausto

    Il Bernina visto da Chiesa
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato ed etichetta dell'autore
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lot 142  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) Il Bernina visto da Chiesa
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato ed etichetta dell'autore


    1 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 143  

    Pratella Fausto

    La Grigna vista dall'albergo Porta 1922
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato, datato ed etichetta dell'autore
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lot 143  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) La Grigna vista dall'albergo Porta 1922
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 30
    osservazioni: a tergo firmato, datato ed etichetta dell'autore


    1 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 144  

    Pratella Paolo

    Mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 33 x 43
    osservazioni: a tergo dedica dell'autore
    STIMA min € 500 - max € 600

    Lot 144  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 33 x 43
    osservazioni: a tergo dedica dell'autore


    0 offerte pre-asta Detail
  • Lotto 145  

    Pratella Paolo

    Tetti
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 50
    osservazioni: a tergo dedica della sorella dell'autore Eva Pratella
    STIMA min € 400 - max € 500

    Lot 145  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Tetti
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 50
    osservazioni: a tergo dedica della sorella dell'autore Eva Pratella


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  • Lotto 146  

    Pratella Paolo

    Case rustiche al Vomero
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 45
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato
    STIMA min € 400 - max € 500

    Lot 146  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Case rustiche al Vomero
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 45
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato


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  • Lotto 147  

    Pratella Paolo

    Castel Volturno
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 48 x 48
    osservazioni: a tergo firmato, iscritto e dedica dell'autore
    STIMA min € 300 - max € 400

    Lot 147  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Castel Volturno
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 48 x 48
    osservazioni: a tergo firmato, iscritto e dedica dell'autore


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  • Lotto 148  

    Pratella Paolo

    Bosco
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 44 x 54
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato
    STIMA min € 400 - max € 500

    Lot 148  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Bosco
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 44 x 54
    osservazioni: a tergo iscritto e firmato


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  • Lotto 149  

    Pratella Paolo

    Funghi
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: 50 x 60
    osservazioni: a tergo firmato e iscritto
    STIMA min € 500 - max € 600

    Lot 149  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Funghi
    olio su cartone
    firma: in basso a destra
    misure: 50 x 60
    osservazioni: a tergo firmato e iscritto


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  • Lotto 150  

    Pratella Paolo

    Il Laceno in Irpinia
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 50 x 60
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lot 150  

    Pratella Paolo

    Pratella Paolo (Napoli 1892 - 1980) Il Laceno in Irpinia
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 50 x 60


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