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Asta 030 del 27/05/2023

dettaglio asta
  • Lotto 106  

    Ricciardi Oscar

    Ricciardi Oscar (Napoli 1864 -1935) Barche in mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 23 x 36
    STIMA:
    min € 1200 - max € 1500
    Base Asta:
    € 450

  • Lotto 107  

    Ciardi Guglielmo

    Ciardi Guglielmo (Venezia 1842 - 1917) Paesaggio 1882
    olio su ceramica
    firma e data: in basso al centro
    misure: cm 31,5 di diametro
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 300

  • Lotto 108  

    Fragiacomo Pietro

    Fragiacomo Pietro (Trieste 1856 - 1922) Tramonto sul mare
    olio su tela applicata a cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 21 x 40,5
    STIMA:
    min € 5000 - max € 6000
    Base Asta:
    € 2000

  • Lotto 109  

    Brancaccio Carlo

    Brancaccio Carlo (Napoli 1861 - 1920) Canale a Venezia
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 36,5
    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 1000

  • Lotto 110  

    Petrocelli Vincenzo

    Petrocelli Vincenzo (Cervaro, FR 1823 - Napoli 1896) Scena storica
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 26,5 x 41
    STIMA:
    min € 1500 - max € 2000
    Base Asta:
    € 600

  • Lotto 111  

    Irolli Vincenzo

    Irolli Vincenzo (Napoli 1860 - 1949) Volto femminile
    acquerello su carta
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 26,5
    osservazioni: a tergo timbri e cartiglio Galleria d'Arte Bordin
    STIMA:
    min € 2000 - max € 2500
    Base Asta:
    € 800

  • Lotto 112  

    Scoppetta Pietro

    Scoppetta Pietro (Amalfi, SA 1863 - Napoli 1920) Paesaggio e due figure
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 14 x 9 cadauno
    STIMA:
    min € 1200 - max € 1500
    Base Asta:
    € 400

  • Lotto 113  

    Diodati Francesco Paolo

    Diodati Francesco Paolo (Campobasso 1864 - Napoli 1940) Il cortile 1896
    olio su tela
    firma e data: in basso a destra
    misure: cm 100 x 75
    STIMA:
    min € 6000 - max € 8000
    Base Asta:
    € 2500

  • Lotto 114  

    Duclère Teodoro

    Duclère Teodoro (Napoli 1816 - 1869) Amalfi 1840
    tecnica mista su carta
    firma e data: in basso a sinistra
    misure: cm 44 x 29,5
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 300

  • Lotto 115  

    Vianelli Achille

    Vianelli Achille (Porto Maurizio, IM 1803 - Benevento 1894) Veduta di Napoli da Posillipo
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 16 x 25,5
    STIMA:
    min € 2500 - max € 3000
    Base Asta:
    € 800

  • Lotto 116  

    Poma Silvio

    Poma Silvio (Trescore Balneario, BG 1840 - Turate, CO 1932) Alberi
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 20
    STIMA:
    min € 1000 - max € 1200
    Base Asta:
    € 400

  • Lotto 117  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) Marina
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 18 x 24
    STIMA:
    min € 800 - max € 1000
    Base Asta:
    € 350

  • Lotto 118  

    Dalbono Edoardo

    Dalbono Edoardo (Napoli 1841 - 1915) Figure popolari
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 32,5 x 24
    STIMA:
    min € 1200 - max € 1500
    Base Asta:
    € 500

  • Lotto 119  

    Tafuri Raffaele

    Tafuri Raffaele (Salerno 1857 - Venezia 1929) Bosco
    olio su cartone
    firma: in bassoa destra
    misure: cm 12 x 17
    osservazioni: a tergo cartiglio Galleria Pesaro e timbri Galleria Mediterranea e Collezione Macchiarulo; l'opera risulta inoltre riportata al numero 84 del catalogo della personale dell'autore tenutasi presso la Galleria Pesaro di Milano fra ottobre e novembre del 1918
    STIMA:
    min € 1200 - max € 1500
    Base Asta:
    € 400

  • Lotto 120  

    Ferrigno Antonio

    Ferrigno Antonio (Maiori, SA 1863 - Salerno 1940) Veduta di Salerno
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 91

    Rappresentante senza dubbio di quei pittori “costaioli” che determinarono il successo della costiera amalfitana e delle sue vedute a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo, Antonio Ferrigno di fatto visse una parabola artistica spesso solo parallela a quella degli altri rappresentanti del gruppo, a partire dalla formazione che avvenne, in giovane età, non presso lo studio di Gaetano Capone, indiscusso caposcuola, ma presso quello di Giacomo Di Chirico, pittore lucano che fu solito trascorrere lunghe villeggiature a Maiori (e che con Capone, comunque, ebbe rapporti, come alla fin fine anche il nostro).
    Ciò che tuttavia maggiormente determinò la direzione peculiare che Ferrigno diede un po’ a tutta la sua arte fu l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e l’incontro con due indimenticati maestri della scuola napoletana, Stanislao Lista e Teofilo Patini, rappresentanti di quella corrente che, aggiornata alle nuove scienze del tempo ed attenta alla rivoluzionaria critica letteraria di Francesco de Sanctis, caldeggiava l’irrompere in pittura e scultura del vero in sé, privo degli orpelli tradizionalmente previsti dalla bellezza accademica di neoclassica memoria; anzi, seguendo i corsi di Patini, il giovane Antonio finì per spingersi oltre, condividendo col pittore abruzzese quegli ideali socialisti che indagavano e denunciavano sulle tele le disastrate condizioni degli ultimi della società. Furono probabilmente proprio queste posizioni, tuttavia, a far perdere al nostro il pensionato necessario a mantenersi nei propri studi, così che pensiamo oggi di poter attribuire alle sopraggiunte difficoltà economiche quella svolta pittorica che smorzò i toni di Ferrigno verso esiti più chiari e pacati e, per i gusti del tempo, in definitiva più piacevoli, così che solo negli ultimi anni dell’Ottocento l’artista cominciò a riscontrare un sincero successo presso il pubblico.
    Al contempo maturò tuttavia nello spirito del nostro una certa incoscienza, una voglia di avventura che non possiamo considerare ancora una volta scevra da necessità economiche, così che Ferrigno partì improvvistamente alla volta del Brasile, seguendo quell’esotismo che spingeva al tempo tanti artisti verso le Americhe così come nel corso del diciannovesimo secolo li aveva condotti a Oriente. Proprio il Brasile, del resto, costituiva una meta allettante all’epoca grazie al governo illuminato dell’imperatore Pedro I e successivamente di suo figlio Pedro II, nonché per l’arrivo del sovrano esule portoghese Don Joao VI, attento e sensibile patrono delle arti. Nonostante ciò, l’arrivo del pittore italiano gettò un certo scompiglio nel panorama culturale della terra sudamericana, rigidamente circoscritto al tempo fra i dittami dell’accademismo: si immagini solo quanto rivoluzionaria potesse allora sembrare la pennellata nervosa e poco definita, sostanzialmente tardo-impressionista, di Ferrigno, e quanto stupore potesse destare quel suo modo di stendere il colore in impasti assai materici! Fatto sta che lo stile del nostro, certo proprio della scuola d’Italia meridionale ma, considerato il contesto, definibile più generalmente europeo, s’impose rapidamente con la propria caratteristica libertà compositiva nel paese, cambiando radicalmente la concezione locale dell’arte. Ferrigno del resto contribuì anche, con una iniziativa non dissimile da quella che adoperò poi per valorizzare la scuola artistica salernitana, all’allestimento di musei ed all’organizzazione di esposizione, imponendosi di fatto come protagonista della scena culturale brasiliana di fine secolo, così che, quando fu con ogni probabilità la nostalgia a farlo tornare in patria, la fama lo precedette di gran lunga, e poco dopo il suo rientro ecco già in mostra in Italia alcune sue opere.
    Questo momento ci è di particolare interesse poiché ad esso va con ogni probabilità datata l’opera in asta. All’Esposizione Zootecnica organizzata in Italia nel 1906 (Ferrigno era rientrato appena pochi mesi prima) il nostro partecipa con Divina Costiera e Salerno, due grandi tele di ovvio impegno artistico che per soggetto e stile ricordano evidentemente il quadro oggi in vendita. Ferrigno in Brasile era tornato inizialmente a quel suo afflato verista, interessandosi ad ultimi ed oppressi del paese, tuttavia la succitata malinconia per la propria terra natia l’aveva poi ancora un volta sospinto ad indugiare su paesaggi marini, riaccostandosi forse inconsciamente ai modi di fare tipici dei suoi antichi compagni “costaioli”; ecco di nuovo allora quella prospettiva allungata, posta come su di un piano diagonale, e quelle pennellate fluide, a macchie corpose di colore, particolarmente insistenti sulla resa cromatica degli effetti di luce: caratteristiche, queste, che ci sembra ritrovare tutte nel dipinto oggi riemerso sul mercato, ancora distante da quelle tonalità decise ed accese che, nella più tarda e poi finale fase produttiva di Ferrigno, caratterizzarono la serie dei giardini, probabilmente ispirati al ricordo dei colori tropicali delle terre sudamericane.
    STIMA:
    min € 8000 - max € 10000
    Base Asta:
    € 3000

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  • Lotto 106  

    Ricciardi Oscar

    Barche in mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 23 x 36
    STIMA min € 1200 - max € 1500

    Lotto 106  

    Ricciardi Oscar

    Ricciardi Oscar (Napoli 1864 -1935) Barche in mare
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 23 x 36


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 107  

    Ciardi Guglielmo

    Paesaggio 1882
    olio su ceramica
    firma e data: in basso al centro
    misure: cm 31,5 di diametro
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lotto 107  

    Ciardi Guglielmo

    Ciardi Guglielmo (Venezia 1842 - 1917) Paesaggio 1882
    olio su ceramica
    firma e data: in basso al centro
    misure: cm 31,5 di diametro


    1 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 108  

    Fragiacomo Pietro

    Tramonto sul mare
    olio su tela applicata a cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 21 x 40,5
    STIMA min € 5000 - max € 6000

    Lotto 108  

    Fragiacomo Pietro

    Fragiacomo Pietro (Trieste 1856 - 1922) Tramonto sul mare
    olio su tela applicata a cartone
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 21 x 40,5


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 109  

    Brancaccio Carlo

    Canale a Venezia
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 36,5
    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 109  

    Brancaccio Carlo

    Brancaccio Carlo (Napoli 1861 - 1920) Canale a Venezia
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 36,5


    1 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 110  

    Petrocelli Vincenzo

    Scena storica
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 26,5 x 41
    STIMA min € 1500 - max € 2000

    Lotto 110  

    Petrocelli Vincenzo

    Petrocelli Vincenzo (Cervaro, FR 1823 - Napoli 1896) Scena storica
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 26,5 x 41


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 111  

    Irolli Vincenzo

    Volto femminile
    acquerello su carta
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 26,5
    osservazioni: a tergo timbri e cartiglio Galleria d'Arte Bordin
    STIMA min € 2000 - max € 2500

    Lotto 111  

    Irolli Vincenzo

    Irolli Vincenzo (Napoli 1860 - 1949) Volto femminile
    acquerello su carta
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 34 x 26,5
    osservazioni: a tergo timbri e cartiglio Galleria d'Arte Bordin


    3 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 112  

    Scoppetta Pietro

    Paesaggio e due figure
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 14 x 9 cadauno
    STIMA min € 1200 - max € 1500

    Lotto 112  

    Scoppetta Pietro

    Scoppetta Pietro (Amalfi, SA 1863 - Napoli 1920) Paesaggio e due figure
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 14 x 9 cadauno


    6 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 113  

    Diodati Francesco Paolo

    Il cortile 1896
    olio su tela
    firma e data: in basso a destra
    misure: cm 100 x 75
    STIMA min € 6000 - max € 8000

    Lotto 113  

    Diodati Francesco Paolo

    Diodati Francesco Paolo (Campobasso 1864 - Napoli 1940) Il cortile 1896
    olio su tela
    firma e data: in basso a destra
    misure: cm 100 x 75


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 114  

    Duclère Teodoro

    Amalfi 1840
    tecnica mista su carta
    firma e data: in basso a sinistra
    misure: cm 44 x 29,5
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lotto 114  

    Duclère Teodoro

    Duclère Teodoro (Napoli 1816 - 1869) Amalfi 1840
    tecnica mista su carta
    firma e data: in basso a sinistra
    misure: cm 44 x 29,5


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 115  

    Vianelli Achille

    Veduta di Napoli da Posillipo
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 16 x 25,5
    STIMA min € 2500 - max € 3000

    Lotto 115  

    Vianelli Achille

    Vianelli Achille (Porto Maurizio, IM 1803 - Benevento 1894) Veduta di Napoli da Posillipo
    tecnica mista su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 16 x 25,5


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 116  

    Poma Silvio

    Alberi
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 20
    STIMA min € 1000 - max € 1200

    Lotto 116  

    Poma Silvio

    Poma Silvio (Trescore Balneario, BG 1840 - Turate, CO 1932) Alberi
    olio su tavola
    firma: in basso a destra
    misure: cm 40 x 20


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 117  

    Pratella Fausto

    Marina
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 18 x 24
    STIMA min € 800 - max € 1000

    Lotto 117  

    Pratella Fausto

    Pratella Fausto (Napoli 1888 - 1946) Marina
    olio su tavola
    firma: in basso a sinistra
    misure: cm 18 x 24


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 118  

    Dalbono Edoardo

    Figure popolari
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 32,5 x 24
    STIMA min € 1200 - max € 1500

    Lotto 118  

    Dalbono Edoardo

    Dalbono Edoardo (Napoli 1841 - 1915) Figure popolari
    acquerello su carta
    firma: in basso a destra
    misure: cm 32,5 x 24


    0 offerte pre-asta Dettaglio
  • Lotto 119  

    Tafuri Raffaele

    Bosco
    olio su cartone
    firma: in bassoa destra
    misure: cm 12 x 17
    osservazioni: a tergo cartiglio Galleria Pesaro e timbri Galleria Mediterranea e Collezione Macchiarulo; l'opera risulta inoltre riportata al numero 84 del catalogo della personale dell'autore tenutasi presso la Galleria Pesaro di Milano fra ottobre e novembre del 1918
    STIMA min € 1200 - max € 1500

    Lotto 119  

    Tafuri Raffaele

    Tafuri Raffaele (Salerno 1857 - Venezia 1929) Bosco
    olio su cartone
    firma: in bassoa destra
    misure: cm 12 x 17
    osservazioni: a tergo cartiglio Galleria Pesaro e timbri Galleria Mediterranea e Collezione Macchiarulo; l'opera risulta inoltre riportata al numero 84 del catalogo della personale dell'autore tenutasi presso la Galleria Pesaro di Milano fra ottobre e novembre del 1918


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  • Lotto 120  

    Ferrigno Antonio

    Veduta di Salerno
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 91

    Rappresentante senza dubbio di quei pittori “costaioli” che determinarono il successo della costiera amalfitana e delle sue vedute a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo, Antonio Ferrigno di fatto visse una parabola artistica spesso solo parallela a quella degli altri rappresentanti del gruppo, a partire dalla formazione che avvenne, in giovane età, non presso lo studio di Gaetano Capone, indiscusso caposcuola, ma presso quello di Giacomo Di Chirico, pittore lucano che fu solito trascorrere lunghe villeggiature a Maiori (e che con Capone, comunque, ebbe rapporti, come alla fin fine anche il nostro).
    Ciò che tuttavia maggiormente determinò la direzione peculiare che Ferrigno diede un po’ a tutta la sua arte fu l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e l’incontro con due indimenticati maestri della scuola napoletana, Stanislao Lista e Teofilo Patini, rappresentanti di quella corrente che, aggiornata alle nuove scienze del tempo ed attenta alla rivoluzionaria critica letteraria di Francesco de Sanctis, caldeggiava l’irrompere in pittura e scultura del vero in sé, privo degli orpelli tradizionalmente previsti dalla bellezza accademica di neoclassica memoria; anzi, seguendo i corsi di Patini, il giovane Antonio finì per spingersi oltre, condividendo col pittore abruzzese quegli ideali socialisti che indagavano e denunciavano sulle tele le disastrate condizioni degli ultimi della società. Furono probabilmente proprio queste posizioni, tuttavia, a far perdere al nostro il pensionato necessario a mantenersi nei propri studi, così che pensiamo oggi di poter attribuire alle sopraggiunte difficoltà economiche quella svolta pittorica che smorzò i toni di Ferrigno verso esiti più chiari e pacati e, per i gusti del tempo, in definitiva più piacevoli, così che solo negli ultimi anni dell’Ottocento l’artista cominciò a riscontrare un sincero successo presso il pubblico.
    Al contempo maturò tuttavia nello spirito del nostro una certa incoscienza, una voglia di avventura che non possiamo considerare ancora una volta scevra da necessità economiche, così che Ferrigno partì improvvistamente alla volta del Brasile, seguendo quell’esotismo che spingeva al tempo tanti artisti verso le Americhe così come nel corso del diciannovesimo secolo li aveva condotti a Oriente. Proprio il Brasile, del resto, costituiva una meta allettante all’epoca grazie al governo illuminato dell’imperatore Pedro I e successivamente di suo figlio Pedro II, nonché per l’arrivo del sovrano esule portoghese Don Joao VI, attento e sensibile patrono delle arti. Nonostante ciò, l’arrivo del pittore italiano gettò un certo scompiglio nel panorama culturale della terra sudamericana, rigidamente circoscritto al tempo fra i dittami dell’accademismo: si immagini solo quanto rivoluzionaria potesse allora sembrare la pennellata nervosa e poco definita, sostanzialmente tardo-impressionista, di Ferrigno, e quanto stupore potesse destare quel suo modo di stendere il colore in impasti assai materici! Fatto sta che lo stile del nostro, certo proprio della scuola d’Italia meridionale ma, considerato il contesto, definibile più generalmente europeo, s’impose rapidamente con la propria caratteristica libertà compositiva nel paese, cambiando radicalmente la concezione locale dell’arte. Ferrigno del resto contribuì anche, con una iniziativa non dissimile da quella che adoperò poi per valorizzare la scuola artistica salernitana, all’allestimento di musei ed all’organizzazione di esposizione, imponendosi di fatto come protagonista della scena culturale brasiliana di fine secolo, così che, quando fu con ogni probabilità la nostalgia a farlo tornare in patria, la fama lo precedette di gran lunga, e poco dopo il suo rientro ecco già in mostra in Italia alcune sue opere.
    Questo momento ci è di particolare interesse poiché ad esso va con ogni probabilità datata l’opera in asta. All’Esposizione Zootecnica organizzata in Italia nel 1906 (Ferrigno era rientrato appena pochi mesi prima) il nostro partecipa con Divina Costiera e Salerno, due grandi tele di ovvio impegno artistico che per soggetto e stile ricordano evidentemente il quadro oggi in vendita. Ferrigno in Brasile era tornato inizialmente a quel suo afflato verista, interessandosi ad ultimi ed oppressi del paese, tuttavia la succitata malinconia per la propria terra natia l’aveva poi ancora un volta sospinto ad indugiare su paesaggi marini, riaccostandosi forse inconsciamente ai modi di fare tipici dei suoi antichi compagni “costaioli”; ecco di nuovo allora quella prospettiva allungata, posta come su di un piano diagonale, e quelle pennellate fluide, a macchie corpose di colore, particolarmente insistenti sulla resa cromatica degli effetti di luce: caratteristiche, queste, che ci sembra ritrovare tutte nel dipinto oggi riemerso sul mercato, ancora distante da quelle tonalità decise ed accese che, nella più tarda e poi finale fase produttiva di Ferrigno, caratterizzarono la serie dei giardini, probabilmente ispirati al ricordo dei colori tropicali delle terre sudamericane.
    STIMA min € 8000 - max € 10000

    Lotto 120  

    Ferrigno Antonio

    Ferrigno Antonio (Maiori, SA 1863 - Salerno 1940) Veduta di Salerno
    olio su tela
    firma: in basso a destra
    misure: cm 48 x 91

    Rappresentante senza dubbio di quei pittori “costaioli” che determinarono il successo della costiera amalfitana e delle sue vedute a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo, Antonio Ferrigno di fatto visse una parabola artistica spesso solo parallela a quella degli altri rappresentanti del gruppo, a partire dalla formazione che avvenne, in giovane età, non presso lo studio di Gaetano Capone, indiscusso caposcuola, ma presso quello di Giacomo Di Chirico, pittore lucano che fu solito trascorrere lunghe villeggiature a Maiori (e che con Capone, comunque, ebbe rapporti, come alla fin fine anche il nostro).
    Ciò che tuttavia maggiormente determinò la direzione peculiare che Ferrigno diede un po’ a tutta la sua arte fu l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e l’incontro con due indimenticati maestri della scuola napoletana, Stanislao Lista e Teofilo Patini, rappresentanti di quella corrente che, aggiornata alle nuove scienze del tempo ed attenta alla rivoluzionaria critica letteraria di Francesco de Sanctis, caldeggiava l’irrompere in pittura e scultura del vero in sé, privo degli orpelli tradizionalmente previsti dalla bellezza accademica di neoclassica memoria; anzi, seguendo i corsi di Patini, il giovane Antonio finì per spingersi oltre, condividendo col pittore abruzzese quegli ideali socialisti che indagavano e denunciavano sulle tele le disastrate condizioni degli ultimi della società. Furono probabilmente proprio queste posizioni, tuttavia, a far perdere al nostro il pensionato necessario a mantenersi nei propri studi, così che pensiamo oggi di poter attribuire alle sopraggiunte difficoltà economiche quella svolta pittorica che smorzò i toni di Ferrigno verso esiti più chiari e pacati e, per i gusti del tempo, in definitiva più piacevoli, così che solo negli ultimi anni dell’Ottocento l’artista cominciò a riscontrare un sincero successo presso il pubblico.
    Al contempo maturò tuttavia nello spirito del nostro una certa incoscienza, una voglia di avventura che non possiamo considerare ancora una volta scevra da necessità economiche, così che Ferrigno partì improvvistamente alla volta del Brasile, seguendo quell’esotismo che spingeva al tempo tanti artisti verso le Americhe così come nel corso del diciannovesimo secolo li aveva condotti a Oriente. Proprio il Brasile, del resto, costituiva una meta allettante all’epoca grazie al governo illuminato dell’imperatore Pedro I e successivamente di suo figlio Pedro II, nonché per l’arrivo del sovrano esule portoghese Don Joao VI, attento e sensibile patrono delle arti. Nonostante ciò, l’arrivo del pittore italiano gettò un certo scompiglio nel panorama culturale della terra sudamericana, rigidamente circoscritto al tempo fra i dittami dell’accademismo: si immagini solo quanto rivoluzionaria potesse allora sembrare la pennellata nervosa e poco definita, sostanzialmente tardo-impressionista, di Ferrigno, e quanto stupore potesse destare quel suo modo di stendere il colore in impasti assai materici! Fatto sta che lo stile del nostro, certo proprio della scuola d’Italia meridionale ma, considerato il contesto, definibile più generalmente europeo, s’impose rapidamente con la propria caratteristica libertà compositiva nel paese, cambiando radicalmente la concezione locale dell’arte. Ferrigno del resto contribuì anche, con una iniziativa non dissimile da quella che adoperò poi per valorizzare la scuola artistica salernitana, all’allestimento di musei ed all’organizzazione di esposizione, imponendosi di fatto come protagonista della scena culturale brasiliana di fine secolo, così che, quando fu con ogni probabilità la nostalgia a farlo tornare in patria, la fama lo precedette di gran lunga, e poco dopo il suo rientro ecco già in mostra in Italia alcune sue opere.
    Questo momento ci è di particolare interesse poiché ad esso va con ogni probabilità datata l’opera in asta. All’Esposizione Zootecnica organizzata in Italia nel 1906 (Ferrigno era rientrato appena pochi mesi prima) il nostro partecipa con Divina Costiera e Salerno, due grandi tele di ovvio impegno artistico che per soggetto e stile ricordano evidentemente il quadro oggi in vendita. Ferrigno in Brasile era tornato inizialmente a quel suo afflato verista, interessandosi ad ultimi ed oppressi del paese, tuttavia la succitata malinconia per la propria terra natia l’aveva poi ancora un volta sospinto ad indugiare su paesaggi marini, riaccostandosi forse inconsciamente ai modi di fare tipici dei suoi antichi compagni “costaioli”; ecco di nuovo allora quella prospettiva allungata, posta come su di un piano diagonale, e quelle pennellate fluide, a macchie corpose di colore, particolarmente insistenti sulla resa cromatica degli effetti di luce: caratteristiche, queste, che ci sembra ritrovare tutte nel dipinto oggi riemerso sul mercato, ancora distante da quelle tonalità decise ed accese che, nella più tarda e poi finale fase produttiva di Ferrigno, caratterizzarono la serie dei giardini, probabilmente ispirati al ricordo dei colori tropicali delle terre sudamericane.


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